Impressionista tra gli impressionisti: Berthe Morisot

Impressionista tra gli impressionisti: Berthe Morisot

Impressionista tra gli impressionisti: Berthe Morisot

Il 15 aprile 1874, nelle sale dello studio professionale del fotografo Nadar, in boulevard des Capucines 35, si apre la prima mostra degli Impressionisti. Centosessanta quadri esposti di trenta artisti. Claude Monet, Camille Pissarro, Alfred Sisley, Pierre-August Renoir, Edgar Degas, Paul Cezanne, Jean-Baptiste-Armand Guillaumin… fra loro c’è una donna, Berthe Morisot che presentava nove lavori a olio, acquarello e pastello, tra queste “La culla”, “Nascondino”, “Il porto di Lorient”, “La lettura”.

A volere la Morisot era stato Edgar Degas che, indifferente ai pregiudizi e alla evidente misoginia di artisti e intellettuali, scrisse alla madre per assicurarsi la partecipazione di Berthe al nuovo, ambizioso e rischioso progetto. ”Troviamo che il nome e il talento di Berthe Morisot siano troppo importanti per noi per essere in grado di farcela senza di lei”.

Il critico di ”Le Charivari”, Louis Leroy, che aveva intitolato la sua antipatica recensione del 25 aprile L’Exposition des impressionnistes con l’intenzione di screditare il gruppo, regalò loro il fortunatissimo nome.

E in occasione della seconda mostra degli Impressionisti, il 30 aprile 1876, il critico del “Figaro”, Albert Wolff, avrebbe scritto: “C’è anche una donna nel gruppo, come nel caso di tutte le gang famose. Il suo nome è Berthe Morisot ed è interessante da osservare. In lei la grazia femminile si è conservata in mezzo alle smanie di una mente in delirio”.

Berthe nasce a Bourges il 14 gennaio 1841 dalla medio-alta borghesia. Suo padre Edme Tiburce Morisot è amministratore statale e la madre Marie-Joséphine-Cornélie, nata Thomas, discendeva da una famiglia alto-borghese di funzionari. Era stata lei ad avviare le figlie Yves, Edma e Berthe allo studio del pianoforte e poi della pittura.

Le scuole di belle arti erano precluse alle donne e lo sarebbero state fino al 1897, e la signora Morisot accompagnò le figlie dal pittore accademico Geffroy-Alphonse Chocarne per la loro formazione, uomo noiosissimo, tanto che le ragazze ottennero un cambiamento di insegnante. Furono accolte da Joseph-Benoit Guichard che le guidò nel lavoro di copia, incisione e alla pittura en plein air e da lui, dal 1861 le due sorelle Edna e Berthe furono affidate all’insegnamento di Camille Corot, grande paesaggista che fu per Berthe elemento di svolta sia dal punto di vista tecnico che per la formazione giovanile dello stile. Nel 1864 le due sorelle furono ammesse, con due dipinti ciascuna, al Salon, l’unica mostra ufficiale riconosciuta dal pubblico e dagli addetti ai lavori dove avrebbero esposto anche negli anni successivi.

“Edouard Manet “Al Balcone” 1868

Altro passo importante nell’emancipazione professionale artistica fu per le due sorelle la realizzazione di uno studio di pittura nella nuova casa di Passy. Per Edna e Berthe il fatto di disporre di ”una stanza tutta per se”, come avrebbe detto Virginia Woolf, era un progresso insperato e straordinario per l’epoca.

La vita in società consentì conoscenze importanti per Berthe come la Duchessa di Castiglione Colonna Adèle d’Affry, scultrice che lavorava spesso con lo pseudonimo di Marcello. Conobbe Henri Fantin-Latour ed il pittore del momento: Edouard Manet. Manet rimase colpito dalle due sorelle Morisot dichiarando a Fanti-Latour: “Le signorine Morisot sono deliziose, che peccato che non siano uomini; tuttavia potrebbero, in quanto donne, servire la causa della pittura sposando ciascuna un accademico…

Nel 1869 Manet chiese a Berthe di posare per lui per la prima volta per “Al balcone”.

Quella posa sarebbe stata la prima di molte. Manet lascerà undici ritratti di Berthe, più di quanti ne avrebbe dipinti di chiunque altro. Non fu mai sua allieva, ma l’amicizia con Manet fu molto stimolante per la Morisot, che, nel 1874, ne divenne persino la cognata, sposando il fratello Eugène. In una lettera alla sorella Edna, oramai sposata e lontana, Berthe scrisse: “Otterrò la mia indipendenza solo perseverando e non tenendo segreta la mia intenzione di emanciparmi.” Prima dell’esposizione del 1874 interessanti sono i quadri “Cottage con tetto di paglia in Normandia” e “Le Sorelle”, che è anche uno dei rari autoritratti della pittrice.

“Le sorelle” non datato (1869)

In una lettura simbolica dell’opera, l’anello di fidanzamento della sorella viene contrapposto al ventaglio nelle mani di Berthe come “sposa” della pittura.

Nel “Ritratto di Madame Pontillon”, realizzato nel 1871, si evidenzia un volto speciale, al cui lato destro Berthe ha dato i veri tratti di Edna, dando invece al sinistro i propri, quasi un segreto rispecchiamento del forte legame che la univa alla sorella.

“Ritratto di Madame Pontillon” non datato (1871)

Il quadro “La Culla”, forse il più conosciuto tra i dipinti della Morisot fu esposto alla prima mostra dell’impressionismo. Ritrae la sorella davanti alla culla della figlia Blanche; quadro soffice e vaporoso, leggero, morbido, impalpabile ma non privo di un solido equilibrio formale.

Anche Berthe, “come più tardi gli impressionisti vuole trattenere l’attimo, realizzare un’immagine che racconti le irripetibili combinazioni di luce e di forme, di colori e di segni in perpetuo mutamento che costituiscono il mondo visibile e percettibile.

“La Culla” 1872

Il Matrimonio di Berthe con Eugène Manet fu eccezionalmente fortunato. Era un marito solidale e per l’epoca, immensamente tollerante nei confronti delle esigenze artistiche della sua straordinaria moglie, suo orgoglioso e innamorato sostenitore.

Non acquistò, dopo il matrimonio, il cognome del marito, continuò a firmarsi Berthe Morisot a cui la sua identità artistica oramai era legata, scelta rarissima per l’epoca e testimonianza di grande rispetto di Eugène Manet nei confronti della professionalità della moglie. Spalleggiata dal marito investì tempo e denaro nella partecipazione delle attività del movimento impressionista. Nell’asta del 24 marzo del 1875 ottenne migliori risultati di Monet, Renoir e Sisley: con il dipinto “Interno” battè 480 franchi, il prezzo in assoluto più alto.

Degas le chiese di partecipare ad una riunione collettiva da cui le donne erano normalmente escluse, per discutere della “causa” impressionista: se fosse solo una questione eminentemente pratica e commerciale o se bisognasse aderire anime e corpo, ripudiando il Salon e le sue regole in nome della libertà di scegliere come e cosa esporre in un certo stile moderno contro l’altro obsoleto ed accademico.

Berthe appoggiò sempre la causa impressionista partecipando a tutte le mostre, anche se fallimentari; l’unica a cui non fu presente fu la quarta, nel 1879, per via della nascita della sua unica figlia Julie, che dipinse infinite volte lasciando un documento eccezionale, unico e raro, dell’infanzia e dell’adolescenza di una persona reale.

Berthe visse una lunga depressione post partum aggravata dalla morte dell’amica Marcello, la duchessa Castiglione Colonna, che tanto era stata di riferimento nella sua vocazione artistica e nella tenacia a perseguire la carriera contro pregiudizi e convenzioni. Berthe aveva scelto una posizione femminile nell’arte e nella vita. I suoi soggetti “femminili” sono gli stessi che l’impressionismo apprezzava di più nel rappresentare l’arte nuova.

 

“Psiche o Lo Specchio” 1876

“Davanti allo Specchio” 1890

Nell’aprile del 1880 la Morisot partecipò alla quinta mostra impressionista e con lei parteciparono altre due donne, Mary Cassatt e Marie Bracquemond .

La sesta esposizione del gruppo, sotto la direzione di Degas, vede Berthe partecipare con il dipinto “La balia Angèle mentre allatta Julie”.

“La balia Angèle mentre allatta Julie” 1879

Il dipinto è una rivisitazione implicita e simbolica della Madonna col Bambino ma innovativa in quanto è una bambina e non in braccio alla madre; non è la madre che la allatta ma ugualmente se ne “cura” attraverso lo sguardo e la pittura. Questo quadro è stato oggetto di una analisi apertamente femminista della critica Linda Nochlin nel 1988.

Dopo un poco fortunato viaggio in Italia con la famiglia Berthe, stabilitasi a Nizza per problemi di salute, partecipa alla mostra del 1982 con dodici tra ritratti e paesaggi.

Dopo la morte di Edouard Manet, nell’aprile del 1883 si adoperò per la realizzazione di una grande retrospettiva per rendere giustizia al grande artista che però “fu un fiasco completo” come scrisse lei stessa alla sorella.

La casa di Berthe Manet, dopo la morte di Edouard, divenne luogo di incontri con pittori come Degas e Renoir, Mary Cassat, Henri Fantin-Latour, magistrati, politici e scrittori come Stéphane Mallarmé che scrisse numerosi omaggi poetici per Berthe e fu nominato tutore di sua figlia nel caso, come avvenne, Berthe fosse venuta a mancare.

Intanto continuavano le rassegne dell’impressionismo: nel 1886 furono proprio Berthe e Eugène a farsi carico dell’ottava e ultima mostra che fu finalmente un grande successo: diciassette partecipanti tra cui Pissarro, Seurat, Degas, Mary Cassat, Gauguin, Zandomeneghi, Marie Bracqemond e Odilon Redon con in tutto duecentoquarantasei lavori esposti anche se Monet e Renoir brillarono per la loro assenza.

Dopo una grave malattia, classificata al tempo come reumatismo al cuore, Berthe scrisse alla sorella: “Mi avvicino alla fine della mia vita e ancora non sono che una mera principiante. Mi sento una di poco peso e questo non è un pensiero incoraggiante”. Però le conferme arrivavano: il grande mercante d’arte Durand-Ruel presentava regolarmente i suoi quadri insieme a quelli degli agli impressionisti e commissionò anche un testo critico su di lei al poeta scrittore e critico Théodore de Wyzewa che venne pubblicato sulla rivista “L’Art dans les Deux Mondes” il 28 marzo 1891.

Solo un anno dopo, il 13 aprile 1892, morì il marito Eugène Manet e per Berthe la pittura restò l’unico diversivo alla tristezza e alla malinconia che avevano sempre costituito un tratto molto evidente del suo carattere, ma che la morte del marito aveva trasformato in una cupa rassegnazione.

“Eugène Manet e sua figlia nel giardino di Bougival” 1881

Negli ultimi anni i soggetti prediletti della Morisot furono soprattutto giovani donne colte in atteggiamenti anche intimi. Come scrisse lei stessa “La mia vita si limita a voler fissare qualcosa di ciò che accade, oh, qualcosa! La più infima delle cose, sì bene, questa ambizione è ancora smisurata. Un atteggiamento di Julie, un sorriso, un fiore, un frutto, un ramo d’albero, una sola di queste cose mi sarebbe bastata”.

“Il Ciliegio” 1891

Durand-Ruel organizzò per lei la sua prima e unica mostra personale, aperta il 25 maggio 1892, una vera antologica in cui riunì una quarantina di opere di tecniche e periodi diversi. Nell’ottobre del 1894, su intercessione di Mallarmé, per la prima volta un quadro di Berthe Morisot entrò in una raccolta pubblica: lo Stato acquistò per 4500 franchi il dipinto “Giovane in abito da ballo” per il Musée du Luxembourg.

Nel gennaio 1895 la figlia Julie si ammalò di un’influenza che Berthe temeva fosse febbre tifoidea, da cui fu anch’essa contagiata. A fine febbraio a fronte di un netto miglioramento di Julie, la polmonite di Berthe peggiorò. Il 27 febbraio Berthe scriveva a Mallarmé “Sono ammalata mio caro amico e non vi chiedo di venire perché non riesco a parlare

Berthe Morisot morì il 2 marzo 1895. Se ne andò, tra tutti i pittori dell’era impressionista, una delle sue esponenti più grandi, il cui vero riconoscimento dovette aspettare almeno un secolo e forse non è ancora arrivato.

Pissarro scrisse: “… voglio partecipare al funerale della nostra vecchia camerata Berthe Morisot…..di questa signora così distinta, che aveva un tale femmineo talento e che portò onore al nostro gruppo impressionista”.

Baudelaire la definì attentissima testimone della “vita moderna”.

L’anno dopo la sua morte, Degas diede un contributo importante alla organizzazione della grande retrospettiva nei locali di Durand-Ruel con 174 dipinti, 54 pastelli, 61 disegni, 68 acquarelli e 3 sculture.

Berthe Morisot ha lasciato un catalogo di 860 opere di cui 417 oli, la prima ed una delle pochissime donne ad aver contribuito all’invenzione di un nuovo linguaggio pittorico e alla sua valorizzazione. (R.D.)

(Immagine principale: a sinistra_Edouard Manet “Berthe Morisot con un mazzo di violette” 1872 | a destra_Ritratto di Berthe Morisot)

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