Anne Lister e Mrs Francis Pickford: l’insolito incontro e il suo epilogo tra due donne intelligenti, eguali e differenti

Anne Lister e Mrs Francis Pickford: l’insolito incontro e il suo epilogo tra due donne intelligenti, eguali e differenti

C’è un capitolo di “Nessuna mi ha mai detto di no” che è davvero uno spasso, ed è molto illuminante sulla personalità di Lister e sulle relazioni che intendeva trattenere, o non trattenere, con altre donne. E di donne come Miss Francis Pickford, Anne Lister non ne aveva mai incontrate…

“Frank”
1823

Nei mesi successivi, a Halifax, Anne si fece una nuova amica, una donna come non ne ho mai incontrate prima. Si videro nel febbraio del 1823 a una serie di conferenze su argomenti scientifici. Miss Francis Pickford, che per prepararsi al corso aveva letto le Conversations on Chemistry and Natural Philosophy di Jane Marcet, intavolò con Anne una stimolante conversazione. In realtà si erano incontrate per la prima volta a Bath nel 1813, e ogni volta che Francis Pickford andava a trovare sua sorella a Halifax, le pettegole cittadine, che come le aveva riferito Elizabeth “Kallista” Browne mi paragonavano a Miss Pickford,  si dichiaravano sorprese che lei e Anne non fossero amiche. Francis Pickford era una donna colta e riteneva che Anne le fosse congeniale, ma Anne aveva sempre respinto con aristocratico orgoglio i suoi tentativi di fare conoscenza. Ora decise invece che Miss Pickford sembra una donna di buon senso & nell’attuale penuria di persone con cui parlare mi sta bene conoscerla meglio. Scambio qualche parola con lei subito prima & dopo la conferenza, & se fosse giovane & carina certamente la convincerei a frequentarci, come aveva fatto con Elizabeth Browne in simili circostanze. Come corro ancora dietro alle donne! 

Un paio di giorni dopo, finita la conferenza, Anne accompagnò in calesse Miss Pickford a casa di sua sorella. L’oratore aveva usato il pronome femminile ‘she’ parlando dell’aria che in inglese è di genere neutro, il che fornì il destro ad Anne per fare qualche battuta a doppio senso. Miss Pickford colse l’invito e parlò della luna, che per alcuni popoli, per esempio i tedeschi, è maschile. Io ho sorriso & detto che la luna aveva provato entrambi i sessi, come il vecchio Tiresia, ma che di queste cose non si poteva parlare con tutti. Ricordava quella storia, vero? Lei ha detto di sì, senza però aggiungere che per Tiresia il desiderio sessuale era stato nove volte maggiore come donna che come uomo. Quando ci siamo salutate eravamo già buone amiche.

A differenza che con Miss Browne qualche anno prima, le due cominciarono presto a farsi visita. Ho parlato molto liberamente & sembrava proprio che ci intendessimo & ci trovassimo bene insieme.  Tra le altre cose, discussero se alle donne istruite convenisse nascondere la loro cultura, e fino a che punto. Miss Pickford ritiene che i signori, in generale, siano più piacevoli delle signore. Io ho detto che i miei sentimenti verso gli uni & le altre sono molto diversi. Con i signori bisogna essere più razionali & mi sento più indipendente, ma c’è una dolcezza speciale nei mei rapporti con le signore, & se devo fare una passeggiata, preferisco mille volte una simpatica ragazza a un uomo. Questo era un messaggio importante che Anne lanciava alla sua nuova amica; se ha un’idea della faccenda, può farle capire qual è il mio vero atteggiamento verso le donne.  A sua volta Miss Pickford ammise di avere un’amica intima, una certa Miss Threlfall.

Ma con disappunto di Anne, “Frank” Pickford, come la chiamavano, era lei stessa più uomo che donna. Vorrei che si vestisse con un un po’ più di cura. Che perlomeno non si mettesse quell’orrore di vestito marrone, antiquato e a vita alta – con una giacchetta maschile, come quella di Sarah Ponsonby – e bottoni gialli di metallo. Miss Pickford pensava che, in fatto di non dare importanza agli abiti ecc., io sia come lei. Come si sbaglia!  Quando si trattava degli altri, Anne era molto attenta alla moda, e aveva la tendenza a notare anche i minimi dettagli. Mi colpisce sempre se una donna si veste bene o male. Le dolci e interessanti creature per cui aveva un debole, erano sempre femminili e ben vestite; Frank Pickford non apparteneva a quella categoria. Era una vera eccentrica, troppo simile alla stessa Anne. Ne sa più di tante donne & è in questa scarsità di compagnia è un dono del cielo, ma io non sono un’ammiratrice delle donne erudite, scriveva l’erudita Anne. Preferisco una bella ragazza con cui flirtare. Lei come donna è intelligente, ma il suo modo di fare & di essere non mi vanno a genio. Non ci si può innamorare di lei. 

Francis Pickford forse la pensava diversamente. Faceva in modo di incontrare Anne nelle sue passeggiate solitarie per la brughiera, e infine una sera a Shibden Hall ammise che ogni tanto diventa un po’ romantica. Mi ha sorpresa dicendo che forse Miss Threlfall potrebbe essere gelosa di me & ho pensato che, se solo volessi, potrei prendere per il naso Miss Pickford. Mia zia sostiene che mi guarda con adorazione. Certo è che con me si ammorbidisce & mi lusinga a parole & nei fatti in tutti i modi possibili. Ma ad Anne non piaceva essere sedotta. È troppo maschile, & se insiste nel corrermi dietro, mi stuferò di lei. 

Come donna, Miss Pickford non le interessava; ma stuzzicava la sua curiosità, soprattutto perché le aveva detto che una volta si era messa in uniforme & aveva flirtato con una signora presentandosi come capitano Cowper. Pare che la signora non l’abbia mai scoperto, anzi ritenesse il capitano un uomo piacevolissimo. Me la sono vista usare un fallo finto con la sua amica.  Per due settimane Anne si diede da fare con lei. Parlato senza sosta. Dei classici, dell’ampiezza delle sue letture, ecc. & di quello che io sospettavo, scusandosi & confermando totalmente i miei sospetti finché alla fine ha dichiarato tutto e ha aggiunto “Puoi cambiare idea, se vuoi”, intendendo che ero libera di smettere di vederla o cambiare la mia opinione su di lei dopo quello che mi aveva confessato. “Ah”, ho detto, “non sarebbe da me. Io sono troppo filosofa. Noi siamo venuti al mondo per essere felici. Non vedo perché non dovremmo esserlo il più possibile ognuno a modo suo.” Forse sono più liberale o permissiva di quanto si aspettasse, perché si è limitata a replicare: “Il mio modo non può essere condiviso dai più.” Poco dopo ci siamo salutate. Ho riflettuto sul risultato di questa passeggiata, meravigliandomi che mi abbia permesso di arrivare fino a quel punto, & ancora di più che si sia confidata con me così prontamente. Il che non era del tutto sorprendente, visti i sentimenti di Frank per Anne. Proprio come lei, anche Anne doveva a un certo punto rivelarsi alle donne che voleva sedurre. Penso che sospetti di me ma ho negato, forse con successo, dichiarando che in certe cose io sono un animale a sangue freddo, una vera rana. Lei l’ha negato ma io ho insistito a tal punto che forse ci ha creduto. Sosterrò questa versione. Non voglio fidarmi di lei come lei di me. 

Il giorno seguente ripresero il discorso. Miss Pickford sperava che anche Anne si scoprisse. Sapevo, le ho detto, che non avrebbe potuto fare una simile confessione se non avesse contato sulla mia totale comprensione. “Certo che no”, mi ha risposto. Io ho proseguito dicendo che sapevo queste cose per averle lette & intuite, ma niente di più, e che lei si sbagliava. “Ma no”, ha detto lei, “non è tutta teoria.” Le ho detto che la sua supposizione era naturale, ma non corretta.

Le ho chiesto se aveva sentito delle storie su di me, e che avevo solo due amiche molto care. Miss Norcliffe, per i suoi modi di fare, le sue abitudini ecc. era fuori questione, & l’altra, M., era sposata, il che ovviamente rendeva impossibile la cosa. Le ho chiesto su quale delle due avesse sentito circolare delle storie, e alla fine mi ha detto su M. Ho detto che sapevo di cosa si trattava, & me ne sarei infischiata, se non avesse dato fastidio a M.. Da parte mia negavo tutto, che Miss Pickford ci credesse o no. Anzi, non avevo nessuna obiezione se dubitava di me, perché se mai avessi avuto quelle tendenze le avrei seguite, ci avrei provato &, se avessi avuto successo, mi sarei ritenuta molto abile & ingegnosa & attraente, ma pareva proprio invece che Miss Pickford fosse più attraente di me. Avrei voluto sapere il suo segreto. Mi sono soffermata a lungo sulla mancanza di opportunità & sulla mia freddezza. Lei mi ha detto che dicevo un sacco di cose a cui non credeva. Non ho ancora capito se quando ho detto che non ho esperienza pratica se l’è bevuta o no. In ogni caso, le ho detto che ammiravo il suo coraggio nel confessare & mi era mille volte più simpatica. Lei era proprio il genere di persona che avrei voluto incontrare, per chiarire i miei dubbi se mai una come lei poteva esistere oggi

Anne continuò la commedia fino alla partenza di Miss Pickford. “Dunque”, le ho detto, “la differenza tra te & e me è che io sono teorica, tu pratica. Io ho imparato dai libri, tu dalla natura. Io sono appassionata nell’amicizia, come pochi altri o nessuno. Il mio atteggiamento può indurti in equivoco, ma in realtà io non mi spingo oltre il confine estremo dell’amicizia. Qui i miei sentimenti si fermano. Se non fosse così, come vedi dal mio comportamento & atteggiamento, non avrei alcun problema ad ammetterlo. Mi credi ora?” “Sì”, ha detto lei, “ti credo”. E non sai quanto ti sbagli, ho pensato tra me. La coscienza mi rimordeva ma ho pensato a M.. È per lei che ho deciso di ingannare la povera Pic, che si è fidata di me senza riserve.” 

Ma è probabile che Francis Pickford non le abbia creduto affatto e abbia capito che stava mentendo. “È questa la tua filosofia?” mi ha detto. “E non ti rimorde mai la coscienza?”  Nobilmente, Pickford fece un passo indietro e rinunciò a metterla alle strette. Era una donna intelligente, e le due avrebbero potuto essere davvero amiche e sostenersi a vicenda in quanto donne che amavano le donne. Ma ad Anne Lister non interessava l’amicizia tra eguali. Ora io conosco il suo segreto mentre lei non saprà mai il mio. A questo mondo ci sono più Miss Pickford di quanto io abbia mai pensato?  Quando Francis se ne andò da Halifax, ai primi di settembre, Io sono rimasta a guardarla così a lungo che la gente ha cominciato a notarlo.  Da allora in poi, nelle loro lettere si parlarono solo di formule chimiche e grammatica armena.

Tratto da Angela Steidele, “Nessuna mi ha mai detto di no – Anne Lister e i suoi diari segreti”, Somara!Edizioni, 2020 Traduzione di Margherita Giacobino

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