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Donne della Rive Gauche – Parigi 1900-1940 di Shari Benstock

32,00 

Donne della Rive Gauche – Parigi 1900-1940
Artiste e intellettuali che resero Parigi la capitale della cultura e della trasgressione

Autrice: Shari Benstock
Traduttrice: Manuela Faimali
Introduzione: Nadia Fusini
ISBN:9788894380705
Anno di edizione: 2018
Formato: 17cmx23cm
Pagine: 600
Rilegatura: brossura
Copertina: flessibile con bandelle

Donne della Rive Gauche è la prima traduzione italiana del testo della studiosa americana Shari Benstock Women of the left bank del 1986, acclamato dalla critica americana e già tradotto e conosciuto sia in Francia che in Spagna.
È un testo fondamentale nel quale sono raccontate, nei dettagli, le vite delle Donne che popolarono la Parigi della prima metà del ‘900, dando vita a un fermento culturale senza eguali.

Donne della Rive Gauche è la prima traduzione italiana del testo della studiosa americana Shari Benstock Women of the left bank del 1986, acclamato dalla critica americana e già tradotto e conosciuto sia in Francia che in Spagna.
È un testo fondamentale nel quale sono raccontate, nei dettagli, le vite delle Donne che popolarono la Parigi della prima metà del ‘900, dando vita a un fermento culturale senza eguali.

“Con questo libro scopriamo che quella che è stata definita l’ “era di Pound”, o la “generazione di Auden”, è stata in verità l’era e la generazione anche e soprattutto di donne americane, francesi, inglesi che tra il 1900 e il 1940 abitarono sulla riva sinistra della Senna a Parigi.
Così le battezza Shari Benstock: “le donne della Riva Sinistra”. E le nomina una per una: si chiamano Gertrude Stein, Djuna Barnes, Natalie Barney, Sylvia Beach, Colette, Nancy Cunard, H.D., Alice B. Toklas, Mina Loy, Anaïs Nin, Adrienne Monnier, e Jean Rhys e Crosby e Flanner e Solano e Vivien e Boyle e Anderson e Wharton e Bryher e Heap e Jolas.

Sono donne che scrivono: romanzi, racconti, articoli; lavorano in riviste e in case editrici d’avanguardia. Fondano librerie, creano salotti in cui parlare d’arte e di letteratura. Il loro desiderio è di scrivere e vivere e amare e stare al mondo secondo il loro proprio modo di essere. Sono donne, questa la loro prima differenza. E vogliono la libertà di essere le donne che sono. Amare come amano, scrivere come scrivono.

Ma questo di Shari Benstock non è solo uno studio magistrale del Modernismo letterario che in Europa in quegli anni cambia la forma del romanzo; è un esempio superbo di revisionismo storico; un revisionismo salutare e niente affatto partigiano, né fazioso, perché al contrario del riflesso cieco della storiografia di impronta patriarcale, che ha, se non escluso, di certo passato sotto silenzio l’apporto delle scrittrici donne alla rivoluzione culturale novecentesca, qui gli uomini scrittori non vengono esclusi dalla scena.” (tratto dall’introduzione di Nadia Fusini)

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