Araminta “Minty” Ross: “Ci sono due cose a cui ho diritto: la morte o la libertà”

Araminta “Minty” Ross: “Ci sono due cose a cui ho diritto: la morte o la libertà”

Araminta “Minty” Ross:  “Ci sono due cose a cui ho diritto: la morte o la libertà”

Araminta Ross è una donna la cui vita ha dell’incredibile: ha compiuto imprese così coraggiose da essere anche chiamata la “Mosè dei neri”. È stata infatti la più famosa conduttrice dell’ Underground Railroad, un’organizzazione segreta che liberava gli schiavi in catene facendoli fuggire. Ma nella sua sbalorditiva vita riuscì a essere tanto altro: un’esploratrice, una spia, una soldatessa, una guerrigliera e l’infermiera per l’Esercito dell’Unione durante la Guerra Civile. È stata la prima donna afroamericana a prestare servizio militare. È per tutti un’icona della libertà, un’indomabile ribelle e abolizionista afroamericana che, col suo un metro e mezzo di altezza, guidò centinaia e centinaia di schiavi verso la libertà. Salvando loro la vita. Araminta, fin da piccola chiamata “Minty”, nacque in schiavitù nel 1822, nel Maryland. Come molti schiavi, non sapeva esattamente quando era nata tanto che ha sempre pensato di essere nata nel 1825. E’ conosciuta come Harriet (il nome di sua madre) Tubman, cognome che assunse da sposata. Sua madre, Harriet “Rit” Green, come sua mamma prima di lei, era una schiava di proprietà di Mary Pattison Brodesse; suo padre era Ben Ross, di proprietà di Anthony Thomson. “Rit” era la cuoca della grande casa padronale. Il padre, Ben, era invece un esperto boscaiolo che sovrintendeva agli altri schiavi, tagliava e registrava il legname per la crescente industria navale del Maryland. La nonna materna di Minty era giunta dall’Africa in una nave di schiavi attraversando l’Oceano Atlantico. Il suo nome era Modesty e si pensa che fosse un’Ashanti del Ghana o della Costa d’Avorio. Quando giunse fu venduta ad Atthow Pattison. Non ci sono altre informazioni sull’origine degli altri nonni di Minty. Si sa però che Atthow Pattison stipulò nel suo testamento che “Rit” e i suoi figli fossero man mano emancipati al compimento dei 45 anni.

Come ogni schiava, da giovane Araminta fu assunta per lavorare da altre famiglie. Il suo primo lavoro fu a 5 anni, come balia a un neonato. La signora presso cui lavorava, Miss Susan, fu da subito molto chiara: se il bambino avesse pianto l’avrebbe picchiata. A soli 5 anni, Minty, per evitare il peggio,  doveva cercare di non addormentarsi,  scuotere la culla del bambino tutto il giorno o tenerlo tra le braccia. Alla fine però, il piccolo pianse…. e queste furono le sue prime cicatrici, che le rimasero dentro e fuori per tutto il resto della vita. Certo è che se non fosse stato per quello, sicuramente la Signora avrebbe trovato un altro motivo. Non c’era scampo, era la sorte che toccava ad ognuno di loro. Un giorno, nel 1833 Minty, incappò in uno schiavo fuggiasco, che il suo sorvegliante stava per riacciuffare mentre cercava di scappare dal negozio in cui si trovava. Minty allora si fermò coraggiosamente sulla soglia, bloccando la direzione del sorvegliante e in modo da dare allo schiavo il tempo di scappare. Il sorvegliante brandì allora un oggetto pesante dal bancone e lo lanciò verso lo schiavo, ma fu Minty ad essere colpita in modo grave alla testa. Dopo questo infortunio, Araminta cominciò ad avere convulsioni che la vessarono per il resto della vita. Iniziò, si dice anche, ad avere premonizioni e sogni vividi, attraverso i quali Dio comunicava con lei. Da qui proviene il suo soprannome di ‘Mosè del suo popolo’. E come Mosè, che non solo parlava con Dio ma condusse il suo popolo verso la libertà, così Minty fece esattamente con la sua gente. Il 17 settembre 1849 Araminta e i suoi fratelli, Ben e Henry, scapparono dalla piantagione. Il giornale The Cambridge Democrat pubblicò una taglia con  300 dollari di ricompensa per la cattura dei tre fuggiaschi.

Ben e Henry ci ripensarono e tornarono alla piantagione ma Minty proseguì coraggiosamente; “Ogni grande sogno comincia con un sognatore. Ricordati sempre, tu hai la forza, la pazienza e la passione per arrivare alle stelle e cambiare il mondo.” – diceva Araminta. Così non si fermò e percorse 90 miglia fino alla Pennsylvania, uno Stato libero, usando la Underground Railroad della quale, un giorno, diverrà la capa. Underground Railroad (UR) potrebbe sembrare il nome di una galleria sotterranea o di una ferrovia. Ma l’aggettivo “sotterraneo” si riferiva alla sua segretezza e alla natura nascosta dell’organizzazione, così come il nome ferrovia indicava la via preferenziale usata per fuggire, essendo allora la rotaia la forma di trasporto emergente. L’UR era dunque una rete segreta che aveva molte rotte. La maggior parte di queste andava negli Stati del nord e, dopo il 1850, in Canada. Altre invece portavano a sud, in Messico o nei Caraibi. Gli storici stimano che circa 100.000 schiavi fuggirono usando la rete UR.

Era un’organizzazione composta tutta da volontari. Per comunicare venne adottato il linguaggio ferroviario come codice segreto: tutti coloro che erano coinvolti nelle operazioni di salvataggio degli schiavi, come agenti, capostazione, conduttori e operatori, lo utilizzavano.  Anche gli schiavi usavano un codice segreto e, per non farsi scoprire, lo inserivano nelle canzoni. Le stazioni UR avevano nascondigli segreti come passaggi, scantinati, cantine e compartimenti segreti in armadi dove gli schiavi erano nascosti in modo sicuro, poiché l’emanazione del Fugitive Slave Act del 1850 aveva reso la fuga degli schiavi molto più difficile e complicata. Con questa legge sugli schiavi fuggiaschi, chiunque fosse stato sorpreso ad aiutare uno schiavo a fuggire, o offrisse loro riparo, poteva essere mandato in prigione per 6 mesi o sottoposto a una multa di 1.000 dollari. L’apice dell’attività segreta dell’UR fu infatti in questo periodo. Nell’ottobre del 2017 è uscito negli States “Underground Railroad” con cui Colson Whitehead ha vinto sia il premio Pulitzer che il National Book Award, unica opera che negli ultimi vent’anni  ha ottenuto il doppio riconoscimento. Consiglio quindi a tutti di leggerlo pubblicato da SUR con il titolo italiano “La ferrovia sotterranea”.

Araminta “Minty” Ross cambiò il suo nome nel 1849 quando fuggì. Adottò il nome Harriet, come sua madre, e il cognome Tubman dopo che si sposò. Il primo la legava strettamente al passato, il secondo al futuro e alla libertà. Minty era profondamente religiosa e la sua fede – diceva- le dava il coraggio di salvare amici e familiari ancora e ancora. Rimase analfabeta per tutta la sua vita ma appena fuggita, nel 1850, iniziò a lavorare con l’abolizionista Quaker Thomas Garrett e Frederick Douglass. Usando i suoi contatti nella Underground Railroad, Harriet fece quell’anno il suo primo viaggio da “conduttrice” per guidare una famiglia verso la libertà. Sua nipote, Kessiah, col marito, John Bowley, e i loro due figli, furono liberati dalla schiavitù. Un gruppo alla volta, fece fuggire i parenti fuori dallo Stato, finendo per mettersi alla guida di intere dozzine di schiavi nella loro fuga verso la libertà. Spostandosi di notte, in assoluta segretezza, Harriet “non perdette mai un passeggero”, che in codice significava un fuggiasco. Per i successivi sei anni la sua base operativa fu a North Street, St. Catherines, Ontario. Nel 1858 Herriet incontrò John Brown e l’aiutò a reclutare sostenitori per l’attacco di Harper’s Ferry. Fu così che Brown la chiamò “General Tubman“, lei che ripeteva sempre “Ci sono due cose a cui ho diritto: la morte o la libertà“.

United States Colored Toops. Sotto il colonnello James Montgomery, Harriet Tubman guidò i soldati dell’Unione in un raid che liberò più di 720 schiavi

John Brown fu giustiziato a dicembre del 1859. L’anno successivo Minty portò a termine la sua ultima missione per salvare sua sorella. Quando arrivò però scoprì che era morta. E col dolore che aveva dentro… riuscì comunque a far fuggire un’altra famiglia. Quello stesso anno, nel 1860, Abraham Lincoln fu eletto Presidente degli Stati Uniti e l’anno successivo ebbe inizio la guerra civile americana. Minty lavorò come cuoca e infermiera sui campi di battaglia in Carolina del Sud e in Florida. La sua conoscenza delle piante curative locali la rese popolare tra i soldati malati Mai appagata, contribuì a portare a termine il progetto del generale David Hunter: la formazione di un reggimento interamente formato da uomini di colore volontari. Herriet lo aiutò nell’arruolamento di moltissimi ex schiavi per formare una delle United States Colored Troops. Gli USCT furono in assoluto i primi reggimenti operativi all’interno dell’Union Army composti il larga parte da soldati afroamericani (colored). Furono reclutati per la prima volta durante la guerra di secessione americana e, al termine del conflitto, entro l’aprile del 1865, i 175 reggimenti regolari USCT giunsero a costituire circa 1/10 dell’intera manodopera, soprattutto nell’United States Army.

Minty servì l’esercito delle giacche blu anche come spia e scout sotto il comando del colonnello James Montgomery. Nel 1863, durante la guerra civile, divenne la prima donna a condurre un assalto, nel fiume Combahee Raid dove 700 schiavi furono liberati. Quello stesso anno il presidente Abraham Lincoln, con il suo proclama presidenziale, cambiò lo status giuridico di 3,5 milioni di afroamericani che ancora erano schiavi nelle terre del Sud confederato. Harriet, a guerra civile terminata e con la resa dei ribelli, poté finalmente tornare a casa ad Auburn, New York, nel pezzo di terra che qualche anno prima l’abolizionista e senatore degli Stati Uniti, William H.Seward, le aveva venduto per un migliaio di dollari.

Una curiosità: Harriet Tubman, sarà la prima donna a comparire su una banconota americana. Il suo volto verrà stampato sui biglietti da 20 dollari al posto dell’ex presidente Andrew Jackson, riconoscendo così, per la prima volta, il ruolo di quelle donne e di quegli uomini nella storia degli Stati Uniti!

Dopo la guerra Minty sposò Nelson Davis, 22 anni più giovane di lei e adottò una bambina di nome Gertie. Indomita, nel 1898 sosterrà la partecipazione al suffragio femminile, presenziando discorsi e dibattiti a Boston, New York e Washington. Harriet Tubman ha raccolto fondi per aprire scuole per afroamericani e ha tenuto discorsi sui diritti delle donne. Incapace di dormire, a causa dell’incidente che aveva subìto da giovane, si sottopose a un intervento alla testa al Massachusetts General Hospital di Boston. Ma rifiutò l’anestesia e, come aveva visto fare ai soldati nei casi di amputazione, strinse in bocca un proiettile!! Un vero mito. Wonder woman della Marvel al pari suo è una dilettante! Harriet era la generosità in persona: donò la sua proprietà alla Chiesa metodista episcopale africana di Zion ad Auburn, affinché diventasse una casa per “persone di colore e indigenti”, che fu inaugurata nel 1908. A 93 anni, vissuti pienamente e senza mai risparmiarsi, Harriet Tubman morì di polmonite. Fu sepolta con onori militari al Fort Hill Cemetery di Auburn, New York, icona del coraggio americano e della libertà. Grazie Minty, per ricordarci sempre quello che così spesso dimentichiamo. “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” (Gandhi). (R.F.)

Da sinistra: Harriet, Gertie e Nelson con alcuni schiavi liberati: Lee Cheney, John Alexander, Walter Green, Blind Sarah Parker e Dora Stewart ad Auburn, il cane.

FONTI:

Colson Whitehead, «The Underground Railroad» “ La ferrovia sotterranea” ed. SUR, 2017

http://www.harriet-tubman.org/

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