Sojourner Truth: Ain’t I A Woman? E non sono io forse una donna?

Sojourner Truth: Ain’t I A Woman? E non sono io forse una donna?

Sojourner Truth: Ain’t I A Woman?

E non sono io forse una donna?

Sojourner Truth nasce a 46 anni, nel 1843.
È l’anno in cui sceglie per se stessa questo nuovo nome. Prima di allora era stata Isabella Baumfree. Era “Belle”, una schiava. Non si conosce la sua data di nascita, perché per i bambini nati schiavi non era prevista la registrazione, come fossero bestiame insomma. Anzi, del bestiame la data di nascita si conosceva bene. Comunque, secondo gli storici, l’anno di nascita è, più o meno, il 1797. Dal momento stesso in cui diventa Sojourner decide che dedicherà la sua vita all’abolizione della schiavitù.

Belle era è stata venduta all’asta a 9 anni, insieme a un gregge di pecore, per 100 dollari. Il suo padrone, come ricorda nelle sue memorie, era un uomo violento e brutale. Viene rivenduta altre due volte, prima di finire a West Park, New York, a lavorare per il nuovo e ultimo proprietario. In questo periodo impara l’inglese, anche se manterrà per sempre l’accento fiammingo, sua prima lingua.
A 18 anni Belle si innamora di Robert, schiavo in un’altra fattoria della zona. Dalla loro unione nascerà una figlia, Diana, ma la notizia non è del tutto certa. Comunque sia, il padrone di Robert, proibisce la relazione con Belle, perché i figli della coppia sono destinati a diventare tutti proprietà del padrone di Belle, non sua, e quindi per lui non v’è alcun vantaggio. Con i neri era così: era come avere un allevamento di bestiame, ma erano esseri umani. Più schiavi o mucche avevi, più eri ricco. Era solo questione di profitto.
Robert e Belle così non si videro più.
Il padrone di Belle a quel punto la costringe a sposare un suo schiavo, più vecchio, e dal matrimonio nascono tre figli (forse quattro?). Peter, Elizabeth e Sophia .

1827. Lo Stato di New York, dove lavora Belle, abolisce la schiavitù.
Ma, nonostante la legge, i proprietari trovano costantemente cavilli legali per prolungare lo stato di schiavitù.
Così il padrone di Belle le rinnega la promessa di lasciarla libera. Ma lei non ci sta. Lei non ci sta. Fugge con la figlia più piccola, Come in “La scelta di Sophie” ( film assolutamente da vedere con Meryl Streep), è costretta a fare una scelta e a lasciare dietro di sé gli altri. Ma come dice Toni Morrison “Liberarsi era una cosa, rivendicare la proprietà di quell’io liberato un’altra.”

Per questo cambia nome: per decidere della propria identità. E nasce Sojourner Truth.
Sojourner si unisce a un’organizzazione abolizionista che vuole estendere i diritti delle donne Non sa né leggere né scrivere, però sa parlare. Così detta a un amico il suo libro di memorie, La storia di Sojourner Truth: schiava del Nord.

Sono tempi in cui pochissime donne se la sentono di arringare una folla, ma lei si chiama Sojourner Truth. Colei che abità la verità.
E la verità non si può più tacere. L’abolizione della schiavitù per lei non è sufficiente. Vuole la fine della segregazione sui mezzi pubblici, tanto che coraggiosamente prova a prenderne uno (all’epoca erano carrozze trainate da cavalli) riservato solo ai bianchi!!
Nel 1851 pronuncerà un discorso che farà la storia della libertà di tutti gli afroamericani.

Ain’t I A Woman? E non sono io forse una donna?

Le sue parole hanno la forza di quelle che Martin Luther King, un secolo dopo, pronuncerà in “I have a dream”.

In una chiesa affollata, tra mormorii di disapprovazione, Truth si alza e si dirige con passo deciso verso il pulpito. Ha il portamento di una regina.
Ecco cosa dice:

Quell’uomo laggiù dice che una donna ha bisogno di essere aiutata a salire in carrozza e sollevata attraverso i fossi e ha bisogno di avere ovunque il posto migliore.
Nessuno mi ha mai aiutata a salire in carrozza o ad attraversare pozzanghere di fango o mai mi ha dato un posto migliore…
E non sono io forse una donna?
Guardami! Guarda il mio braccio!
Ha arato e seminato e riempito i granai e nessun uomo poteva tenermi testa…
E non sono io forse una donna?
Potevo lavorare tanto e mangiare quanto un uomo quando riuscivo a mangiare e sopportare anche la frusta.
E non sono io forse una donna?

Ho fatto nascere 13 figli e li ho visti venduti quasi tutti come schiavi e quando ho gridato il dolore di una madre

nessuno mi ha ascoltato se non Gesù…
E non son io forse una donna?

Quell’ometto vestito di nero dice che
una donna non può avere gli stessi diritti di un uomo perché Cristo non era una donna.
Da dove è arrivato il tuo Cristo? Da Dio e una donna!
L’uomo non ha avuto nulla a che fare con lui!
Se la prima donna che Dio ha creato
è stata forte abbastanza da capovolgere il mondo tutta sola, insieme le donne dovrebbero essere capaci di rivoltarlo ancora dalla parte giusta.

Durante la Guerra Civile, userà la sua reputazione per creare truppe di afroamericani che combattano per l’Unione, una delle quali diretta da Harriet Tubman, altra schiava fuggita che diventerà una dei capisaldi della rivolta contro la schiavitù.

Incontrerà persino Lincoln. È il 1865. Lavora inoltre a un progetto per la concessione delle terre agli ex schiavi, perché crede che aiuterebbe gli afroamericani ad affrancarsi dalla dipendenza economica verso i bianchi. Fino alla morte, Truth continua a lottare per il Suffragio Universale, per la riforma carceraria, contro la pena capitale, per i diritti delle donne.  Donna davvero geniale a dir poco. Il suo volto era regale, segnato dalla vita, come scolpito nell’ebano, Divenne famoso perché Sojourner si fece fare delle carte da visita: erano fotografie di piccolo formato montate su un cartoncino di dieci centimetri, che rappresentavano un’alternativa economica per le persone che non potevano permettersi lavori realizzati con i dagherrotipi. Per farsi conoscere, diffondere le proprie idee e autofinanziarsi, vendeva le sue cartes de visite durante gli incontri pubblici. Accanto al suo nome aveva aggiunto la frase: «Vendo la forma per sostenere la sostanza». Quando dico geniale è chiaro il perché. Siamo poco dopo la metà dell’800…! La carte de visite, ben prima della televisione e dei social media, rappresentava una particolare forma di marketing virale. Erano così originali le sue carte da visita che scatenarono una mania: erano economiche, piccole, facili da collezionare e da passare di mano in mano, della misura giusta per essere rapidamente diffuse. Ma erano anche usate dai soldati, e dalle loro fidanzate, come ricordi tascabili di storie d’amore e legami familiari. Sojourner li utilizzò come una prima forma di pubblicità fotografica. Quarantanni dopo la sua morte, nel 1920, verrà finalmente ratificato il XIX° emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti d’America, che garantisce il diritto di voto alle donne su tutto il territorio della Federazione.

Fino al 1883 questa donna nera, magra, anziana, alta un metro e novanta, dalla voce potente, promuoverà il movimento antischiavista prima e antirazzista dopo, riuscendo a coinvolgere sempre più persone. Una forza della natura. Persino nei circoli abolizionisti, le sue opinioni erano considerate troppo estreme. Truth si batteva per l’uguaglianza, quella delle donne. E rimproverava la comunità abolizionista perché non perseguiva allo stesso modo i diritti civili per le donne e gli uomini neri. Come disse alla fine del suo discorso: Grazie per avermi ascoltata, ora la vecchia Sojourner non ha più nulla da dire.

Sojourner non ha più nulla da dire, perché la verità l’ha già detta tutta. L’ha gridata per tutta la vita. Ha combattuto tutta la vita. Sojourner non ha più nulla da dire. Ora siamo noi che dobbiamo ricordare le sue parole. Tenerle in vita. Gridarle. E lottare. Tutte insieme. Se vogliamo possiamo essere capaci di rivoltare il mondo dalla parte giusta.

Tutte insieme.

FONTI:

https://www.nps.gov/wori/learn/historyculture/sojourner-truth.htm

https://www.womenshistory.org/education-resources/biographies/sojourner-truth

https://www.smithsonianmag.com/smart-news/how-sojourner-truth-used-photography-help-end-slavery-180959952/

https://senonoraquandofactory.wordpress.com/2019/02/05/e-non-sono-io-forse-una-donna/

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