Fiorenza e le altre Dominatrici dell’Aria

M’intristisce sempre quando, parlando con altre donne, sento loro dire: “Lavorare con le donne è bruttissimo, mi trovo molto meglio con gli uomini.” E magari un’altra risponde:” – è vero le donne sono delle pettegole, lavorarci insieme è faticosissimo, se poi sono ‘le proprie cape’ ancora peggio! Io preferisco gli uomini.” Così, per questo elemento, l’Aria, vorrei parlarvi non di una, ma di diverse donne, tutte eccezionali, legate dall’Aria e da una stretta sorellanza. Donne che lavorando insieme hanno fatto la storia, una storia di cui noi tutte adesso, forse senza saperlo, stiamo godendo i frutti. La storia di Fiorenza e le altre. Le altre non perché minori in ordine d’importanza.

Fiorenza e le altre donne, le altre amiche, le altre compagne, le altre sorelle. Fiorenza è Fiorenza de Bernardi, una Dominatrice dell’Aria, che quando era giovane, sognava di andare ad abitare in montagna, per guardare forse le cose dall’alto delle cime, comprare una baita in Val Gardena e vivere lì; invece abita a Roma e adesso ha 91 anni. Quando ci siamo sentite al cellulare “stava a fà la spesa n’po’ ‘de corsa”, aveva la giornata pienissima e poco tempo. Ho dovuto richiamarla il giorno dopo, ma presto però “sto sempre in giro”. L’Elemento Aria rappresenta la linea di demarcazione proprio tra la terra e il cielo: è un elemento sottile è il punto di contatto tra la spiritualità e la materia, proprio come Fiorenza, poetessa della concretezza. Fiorenza de Bernardi è stata e sarà sempre un’aviatrice: è la prima donna italiana pilota di linea. Non posso non ricordare Rosina Ferrario che è stata, insieme Carina Massone Negrone, una pioniera del volo femminile italiano, ma i voli di linea fino a Fiorenza per le donne erano out. Essere pilota di linea, come di jet, è tutt’ora uno “status simbol” per un uomo, figuriamoci se ai suoi tempi le donne potevano fare questo mestiere.

Fiò ottenne il primo di tre brevetti di volo nel 1951. E se in guerra le streghe della notte volavano in gruppo, radenti, tutte insieme (potete leggere l’articolo di Rossella M., il primo articolo edito sul nostro sito.) con aerei di legno e tela per bombardare i nemici, ormai abbiamo capito che ‘in guerra tutto è lecito’, ma appena finisce, tutto torna alla “normalità”, e le donne dietro ai fornelli. Ciò che prima era ‘normale’, perché utile, diventa eccezionale se non scandaloso. E se le streghe della notte erano un battaglione di mille donne, oggi solo il 5% dei piloti dei voli di linea è donna. Ma ci sono un sacco di hostess però! E’ stato solo con la sua determinazione che Fiorenza vinse la diffidenza dei colleghi uomini e riuscì a guadagnare la loro fiducia e simpatia diventando un esempio per molte altre donne che intraprenderanno la stessa professione. “Per i colleghi non esistevo. Ho aperto la strada alle altre. Oggi le donne sono accettate ovunque. Ai miei tempi era diverso […] ho avuto l’appoggio e la simpatia di molti ma anche ostacoli e avversione da moltissimi” Fiorenza durante la sua carriera ha pilotato diversi velivoli tra i quali il turboelica Twin Otter, il trimotore Yak-40 e il quadrimotore DC 8 per un totale che supera le 6.500 ore di volo.  Un percorso eccezionale per una donna nata nel 1928. Suo padre era un vero asso dell’aviazione “è stato il miglior istruttore che potesse avere”, sia nell’apprendimento delle tecniche di volo che nel sostegno che diede alla figlia: le insegnò tutti i trucchi del mestiere dandole quei consigli fondamentali per salvarsi la vita in casi estremi, casi che possono sempre succedere quando si è soli al comando di un aereo. Ed è proprio durante un volo con lui che l’aereo si schianta al suolo. Dovevano solo effettuare il lancio di volantini commerciali, ma qualcosa andò storto, il motore si bloccò e Mario comprese lo stato d’emergenza. Appena Fiò intravvide uno spiazzo erboso, con la velocità che aveva ancora l’aereo, riuscì a farlo stallare con una virata secca e a bloccarlo a terra. Erano salvi.

Bastarono pochi voli insieme e l’interesse della Fiorenza diviene una passione. Il primo volo da sola lo effettuò nel 1951: salì “quasi di nascosto” su un FL3 e decollò nei cieli di Roma. Lassù, nell’azzurro, un falco veleggiava seguendola sotto il suo aeroplano. Nel suo spiegarsi d’ali Fiò vide il suo futuro: come un segno, come se il suo destino fosse segnato. Comprese lì che sarebbe l’Aria sarebbe stata la sua vita: entrò ”come un microbo nel suo sangue e non se ne liberò più”. I primi anni furono solo di voli sportivi, come gare di aerei, raduni o, al massimo, “commerciali”.

Nel 1980, era già pilota di linea ma per piccole compagnie: ottiene di fare un corso con l’Alitalia per il DC-8, un grosso quadrimotore. Malgrado la sua grandissima esperienza però, e il titolo acquisito di Comandante nella Aertirrena, le porte dell’Alitalia rimangono chiuse per Fiorenza, per tutte le donne pilota. E’ proprio per battersi contro queste ingiustizie, Fiorenza fonda nel 1979 l’Associazione Pilote Italiane. La storia di “voli” di Fiorenza infatti è strettamente legata ad altre donne. Graziella Sartori per esempio: Graziella iniziò a volare per hobby, senza predecessori in famiglia in questo campo. Divenne copilota del Comandante Meille, un giornalista con cui viaggiò per i cieli del mondo. Insieme acquistarono un Macchi 308 che si chiamava I-TALY. Con questo fece moltissime gare insieme a Fiorenza, vincendone tante, una addirittura di regolarità contro una ventina di equipaggi tutti maschili. Negli anni ’50-’60 Fiorenza e Graziella costituirono un equipaggio femminile molto affiatato. Erano pronte a tutto. Settimane intere in aereo, Giri della Sicilia, Giri delle Dolomiti: era un continuo di gare di velocità e regolarità. Sarà con Graziella che Fiorenza sorvolerà ‘distese di alberi con le fronde tagliate ad anello, come un ricamo sul terreno” e andrà a trovare il Re Umberto in Portogallo.

Dei molti anni passati in volo Fiorenza porta con sé anni ricordi di bellissime amicizie con altre donne. Di Ninin, per esempio, Maria Teresa Cassini, che Fiorenza ricorda per la sua tua intelligenza, il suo spirito, la sua saggezza che – dice- “mi hanno sempre aiutata”. Maria ha conquistato ottimi piazzamenti in gara. Era uno spirito libero: veleggiava in barca a vela, cavalcava in Sudamerica e soprattutto guidava l’idrovolante, mezzo col quale iniziò la sua carriera di aviatrice. E vinse in Svizzera l’atterraggio di precisione con il Macchi 308, unico equipaggio femminile italiano, contro 60 concorrenti! O di un’altra Pioniera dell’Aria, Wanda Focanti, che Fiorenza ha sempre ammirato, morta a 96 anni. Prese il brevetto di pilota il 14 giugno 1937, ha volato su IMAM Ro 5, Caproni Ca 100, Sairman. Poi, come succede in ogni vita, accadde l’impensabile.

La Comandante Fiorenza de Bernardi con quasi 7000 ore di volo all’attivo, ha un banalissimo incidente automobilistico. Banalmente fatale. Bilancio: 34 fratture su tutto il corpo. Riaprirà gli occhi solo tre giorni dopo in ospedale. Gli ci vorrà più di un anno per rimettersi in piedi. Le leggi dell’aviazione sono inflessibili: il brevetto di pilota decade se entro sei mesi non si fa attività. E’ costretta interrompere la sua carriera. Ma non abbandona i suoi sogni. Lei crede nell’Aria, nelle donne, nella loro sorellanza. E fonda allora l’Associazione Donne dell’Aria, per raccogliere TUTTE le Donne dell’Aria sotto lo stesso tetto: coloro che occupano varie posizioni nei settori dell’ aviazione civile o militare, dalla pilota all’elicotterista, dall’astronauta alla pilota di mongolfiere, con lo scopo di affermare e sostenere la presenza delle donne nell’Aviazione nazionale ed internazionale, , favorire la conoscenza, la solidarietà e lo scambio di informazioni tra le donne di ogni settore dell’Aviazione, , favorire la diffusione della cultura del volo nel Paese, una cultura, non solo del volo, che comprenda il mondo delle donne. L’A.D.A. oggi svolge la sua attività in ambito nazionale ed internazionale ed è iscritta alla FEWP (Federation of European Women Pilots).

Fiorenza, è gentile, simpatica e generosa. Ama e protegge gli animali, gatti, cani o serpenti che siano. Avrei voluto incontrala, perché la ritengo una donna straordinaria, spiritosa e intelligente, non solo per le sue gesta storiche e memorabili. Penso che presto andrò a Roma e mi farò sicuramente raccontare bene bene di quando, durante uno dei suoi voli sull’Adamello, restò bloccata da cumuli di basse nubi che coprivano le cime delle montagne tutt’intorno e non poté ridecollare.

Era freddissimo e dovette costruire un igloo (durante gli addestramenti in montagna si deve imparare anche quello e tutto ciò che fa parte della sopravvivenza) e passò, insieme ad altri due piloti, tutto il giorno e la notte fino al pomeriggio dopo, raggomitolati sotto quel mucchio di neve. Fuori c’erano 20 gradi sotto zero, ma fra una chiacchierata e un caffè fatto con la neve, il tempo passò – dice- “in un silenzio maestoso come solo la montagna ti può dare. Fu bellissimo.” Credo che anche la poesia faccia parte dei geni.La poesia con cui riesce a guardare il mondo. E a raccontarcelo. Se leggeste il suo libro lo capireste certamente: c’è così tanta Aria nelle sue parole e respiro nei suoi gesti: l’Aria dà alle persone una leggerezza il cui peso non passa inosservato, sono caratteri che amano la libertà ,difficili da incatenare quanto da comprendere. Sono curiose, amano viaggiare e sono molto attratte dalla spiritualità e dall’animo di chi le circonda. Le persone Aria possono essere degli artisti stravaganti. Come Fiorenza, artista che ha disegnato in volo la storia di tutte noi.

FONTI:
Fiorenza de Bernardi, India Kilo Alpha. Qui Fiorenza, forte e chiaro!, LoGisma, 2008
Barbara Bertolini, DE BERNARDI Fiorenza pilota
Sito di Fiorenza deBernardi: http://www.fiorenzadebernardi.it/
Istituto Luce 1956: https://www.youtube.com/watch?v=Ihg93D8B_sI
Mariangela, prima donna pilota di un caccia dell’Aeronautica militare

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